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Recap: Oscar 2025

Eventi
di Monjquee

L'anno scorso, in virtù di come hanno gestito la saga di James Bond, Barbara Broccoli e Michael G. Wilson sono stati onorati dell'Irving G. Thalberg Memorial Award, ossia un Oscar ad honorem che generalmente va ai produttori più creativi. Secondo il celebre critico J. Hoberman, questo premio, intitolato a quel dirigente praticamente inarrestabile che fu capace di trasformare una start-up chiamata Metro Goldwyn-Mayer nello studio cinematografico con il maggior fatturato del mondo, è «l'onorificenza più importante che Hollywood conferisca a sé stessa», assegnata appena 41 volte nei quasi 88 anni dalla sua istituzione.
Il padre di Barbara Broccoli e Michael G Wilson, ovvero Albert “Cubby” Broccoli, se ne aggiudicò uno nel 1981 per aver prodotto i primi dodici film di James Bond. L'ultima volta che qualcuno ha accettato il proprio Irving durante la diretta è stato nel 2000, quando Warren Beatty ricevette il suo. Broccoli e Wilson il proprio Irving lo hanno ricevuto, come da tradizione, in occasione della cerimonia degli Academy's Governors Awards, tenutasi a novembre.

Oscars 2025

Il numero dedicato a James Bond durante la notte degli Oscar ha offerto un po' di tutto, da un omaggio in prima serata ai fratelli Broccoli e alla famiglia Wilson, a una serie di clip con splendide star del cinema di varie epoche che dicevano cose spiritose e facevano esplodere cose in stile action movie. Il tutto è stato realizzato con altissimi valori di produzione, capaci di evocare i momenti in cui gli Oscar erano anche la serata più importante per Debbie Allen, la mitica coreografa di Saranno Famosi. Non è mancata la promozione del recente pezzo di Lisa, Doja Cat e Raye, Born Again, né un momento di gloria per Margaret Qualley che però è rimasta a digiuno di Oscar. Ma è stato un uso discutibile di sette minuti che avremmo potuto dedicare alla celebrazione della vita e del lavoro di David Lynch.
Più di ogni altra cosa, si è trattato di un momento con una tristezza da lutto, tanto che sarebbe stato il ponte ideale verso il momento In Memoriam, quello in cui nella notte degli Oscar Hollywood ricorda i membri della sua comunità che abbiamo perso i 12 mesi prima. Anche in questo caso… ci sono stati molti più spezzoni di James Bond rispetto a quelli dedicati a Gene Hackman.

Poco tempo fa, Michael G. Wilson e Barbara Broccoli hanno avuto modo di annunciare che avrebbero lasciato il timone della saga di James Bond, cedendone il controllo creativo agli Amazon MGM Studios. Stando a fonti ben informate, l'accordo è costato ad Amazon 1 miliardo di dollari extra rispetto ai 6 e mezzo che il colosso tecnologico aveva già pagato per la MGM e il suo catalogo - ivi compresi i film di 007, nel 2022.
Si è parlato da più parti dello scontro tra la coppia Broccoli-Wilson e Amazon MGM su varie questioni. Innanzitutto, i due produttori temevano che il passaggio di consegne rendesse il brand meno prestigioso. C'era addirittura il timore che la saga virasse un po' alla Star Wars, incrementando lo sforzo produttivo tra spin-off, come una serie tv incentrata su Miss Moneypenny, ovvero la più nota collega di James Bond all'MI6. Sarebbero da ricercare qui anche le cause della pausa di ben quattro anni senza un nuovo film di 007 e neppure l'annuncio di un nuove interprete o regista per un episodio della saga. Un articolo di dicembre del Wall Street Journal ha spiegato i retroscena della situazione di stallo, ora risolta, spingendosi addirittura a definirla come una “presa in ostaggio” del franchise da parte dei due storici produttori e riportando che Barbara Broccoli, parlando con amici, aveva descritto i contatti di Amazon come dei “maledetti idioti”.

Statuetta degli Oscars 2025

Al contrario, lo scorso febbraio, all'indomani delle novità su James Bond, Jeff Bezos ha pubblicato un tweet in cui chiedeva al pubblico “Chi vorreste come prossimo James Bond?” dichiarando assieme due cose: che ora c'è Amazon al comando e che sono aperti a darci qualsiasi James Bond che vogliamo ordinare dall'Everything Store. A questo punto, il mio feed ha cominciato a riempirsi di meme di 007 che freddava un gigante dello streaming. Ma dover fare i conti con la parte più rissosa del social X e vederla magari rovinare James Bond non mi lascia tranquillo. Come mi hanno insegnato le partite al videogioco di 007, GoldenEye, soprattutto dopo la nona pinta di birra ai tempi del college, non si può affidare il controllo di un agente segreto tanto blasonato a dei giovinastri qualunque.

Come ha dichiarato Halle Berry durante la notte degli Oscar, James Bond si evolve di continuo. Ha subito diversi cambiamenti dalla fine della Guerra Fredda che lo ha creato, è stato plasmato dal politicamente corretto, ma anche dai casinò senza dress code e si evolverà ancora. Magari sarà più woke, se non meno. O forse lo ritroveremo in un multiverso di follia, o ancora ci sarà qualche sorpresa negli spin-off, tipo un equivalente di Andor. Insomma, il pubblico che ama 007 non lo ritroverà soltanto al cinema.

Sarà, in ogni caso, un nuovo 007, il cui controllo creativo non passerà mai più per le stesse mani, magari neppure all'ombra della Union Jack. Inoltre, anche se è nato in Gran Bretagna, il James Bond che è esistito nei 63 anni intercorsi tra Agente 007, Licenza di uccidere e gli ultimi tempi era una creatura di Hollywood. Le sue incarnazioni future saranno molto diverse, quindi è stato pazzesco vedere la Hollywood della notte degli Oscar ospitare delle frecciatine rivolte ai Big Tech, senza risparmiarsi e facendo quel che le riesce meglio da sempre.


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